Sin dall'antichità, diverse culture e tradizioni hanno utilizzato il suono in pratiche volte ad alterare lo stato emotivo e fisico della persona. Esempi di ciò sono i canti tibetani, i canti gregoriani, l'uso del tamburo nelle tradizioni sciamaniche e i mantra nella meditazione.
Attualmente, nel contesto del nostro metodo scientifico, lo studio della percezione dei suoni e del loro impatto sulla nostra psiche viene indicato con il termine psicoacustica.
Uno dei fenomeni studiati dalla psicoacustica è la capacità del nostro cervello di “sincronizzarsi” con la frequenza degli stimoli esterni. Ciò che viene sincronizzato in questo processo è la frequenza delle onde cerebrali o, in altre parole, la frequenza alla quale i neuroni comunicano tra loro.
La frequenza delle onde cerebrali può essere misurata con un elettroencefalogramma (EEG), una tecnica che misura l'attività elettrica del nostro sistema nervoso utilizzando elettrodi posizionati sul cuoio capelluto.
Our brain waves vary depending on what we do and feel. When lower frequencies are dominant, we feel tired, sluggish, or dreamy. When high frequencies predominate we are more active and alert.
Le frequenze cerebrali sono divise in categorie in base alla loro funzione e sono misurate in Hertz (cicli al secondo):
INFRA-LOW WAVES (< 0.5 HZ)
La più bassa in frequenza e per questo motivo la più difficile da studiare e misurare. Si sa molto poco di questa categoria di onde. Sembrano svolgere un ruolo fondamentale nel processo di sincronizzazione del nostro sistema nervoso.
DELTA WAVES (0.5 to 4 Hz)
Le onde delta si possono trovare nelle fasi di sonno profondo e nelle fasi più profonde della meditazione. Le onde delta caratterizzano la sospensione della percezione del mondo esterno, favoriscono la guarigione e la rigenerazione. Infatti, un sonno profondo e ristoratore è spesso associato a processi riabilitativi.
ONDE THETA (da 4 a 8 Hz)
Le onde Theta sono generalmente associate al sonno e alla meditazione. In questa fase interagiamo con il nostro mondo interiore fatto di sogni, visioni, ricordi e intuizioni. Le onde Theta demarcano il territorio entro cui teniamo le nostre paure e forgiamo il nostro mondo immaginario. Il sogno ad occhi aperti e le attività creative sono associate a questo tipo di onde cerebrali.
ALPHA WAVES (8 to 12 Hz)
Le onde alfa riflettono lo stato di quiete della mente. Queste onde cerebrali sono predominanti durante il normale flusso dei pensieri e in alcuni stati leggeri di meditazione.
BETA WAVES (13 to 30 Hz)
Le onde Beta sono dominanti nel normale stato di veglia, durante il quale la nostra attenzione è rivolta verso il mondo esterno in uno stato di allerta. Quando ci concentriamo su un problema, prendiamo decisioni o giudizi, siamo nella fase Beta.
GAMMA WAVES (30 to 70Hz)
Le onde Gamma sono le più veloci tra le onde cerebrali diagnosticate e denotano un traffico di informazioni che colpisce simultaneamente diverse aree del cervello. La velocità delle frequenze Gamma è superiore alla velocità dei processi neuronali, il che lascia un mistero su cosa siano generate queste onde. Per molto tempo, le onde Gamma sono state considerate un semplice "rumore" cerebrale fino a quando la loro presenza non è stata regolarmente riscontrata in alcuni stati mentali, in particolare quando la mente è focalizzata su concetti come l'altruismo e l'amore universale, o altre disposizioni mentali che prevedono un'espansione della coscienza verso la totalità.
Brain Synchronization (BrainWave Entrainment)
Proprio come il battito cardiaco e il respiro, anche il ritmo del nostro sistema nervoso è indicativo del nostro stato emotivo e della nostra disposizione mentale. Dalle attività svolte a livello cellulare al funzionamento dei nostri organi, siamo un complesso mix di ritmi, destinati a costituire uno stato armonioso di salute, o uno stato rumoroso di squilibrio quando rompiamo l'armonia tra le parti. Si possono tracciare diversi schemi di causa ed effetto tra un ritmo e l'altro, ma in realtà tutto funziona in modo olistico. Ogni parte del tutto è influenzata e influenza le altre parti.
La sincronizzazione cerebrale, o sincronizzazione neurale (in inglese “Brainwave entrainment”, o BWE) utilizza stimoli ritmici per alterare le frequenze cerebrali e di conseguenza lo stato mentale. Utilizzando stimoli ritmici, il cervello è indotto a sincronizzare la sua frequenza dominante al ritmo dell'impulso scelto.
Gli stimoli utilizzati sono generalmente visivi o acustici. Nel primo caso, vengono proiettati impulsi luminosi sugli occhi del paziente (solitamente chiusi), alla frequenza desiderata. Nel caso degli impulsi acustici, invece, vengono sfruttate alcune caratteristiche del suono, tra cui la fase, la frequenza e l'ampiezza dell'onda sonora, per portare le onde cerebrali alla frequenza desiderata.
Le tre forme più comuni di stimolazione acustica sono i toni isocronici, i battiti binaurali e i battiti monoaurali.
Battimenti monoaurali
Il battimento è la frequenza risultante dalla sovrapposizione di due onde (solitamente sinusoidali) aventi frequenze diverse ma vicine tra loro.
Ad esempio, se sovrapponiamo un'onda sonora di 200 Hz a un'altra onda sonora di 205 Hz, otteniamo una terza frequenza sonora (un battimento) pari alla differenza tra le due onde iniziali (in questo caso 205-200 = 5 Hz).
Questo fenomeno può essere sperimentato facendo vibrare due diapason uno accanto all'altro o quando si accordano strumenti musicali.
L'effetto del battito diventa sempre meno percettibile man mano che aumenta la differenza tra le due frequenze. In genere, se la differenza tra le due frequenze supera i 30 Hz, il battito diventa impercettibile e iniziamo invece a sentire le due frequenze come due voci separate.
Questa categoria di battiti è detta monoaurale perché un singolo canale di diffusione sonora è sufficiente per riprodurre l'effetto del battito. Il battito monoaurale è percepibile anche con un solo orecchio, a differenza dei battiti binaurali.
Battimenti binaurali
I battiti binaurali vengono generati riproducendo due toni di frequenze leggermente diverse in ciascun orecchio.
Il battimento binaurale richiede l'uso di due distinti canali di diffusione sonora ed entrambe le nostre orecchie per essere percepito. Per questo motivo, è consigliato l'uso di cuffie (preferibilmente circumaurali, cioè che coprano l'intero orecchio), in modo da ricevere l'impulso in modo pulito e corretto.
I battiti binaurali sono generati direttamente dal cervello che sovrappone le due frequenze, rileva la differenza di fase tra le due onde sonore e ottiene una terza frequenza pari alla differenza tra le due. Quindi se ascoltiamo un tono di 347,5 Hz con l'orecchio sinistro e un tono di 340 Hz con l'orecchio destro, sentiremo una terza frequenza di 7,5 Hz, interamente generata da noi stessi.
Come nel caso dei battimenti monofonici, più aumenta la differenza tra le due frequenze, meno distinguibile è il battimento, fino a quando l'effetto scompare quando la differenza supera più o meno i 30 Hz.
Toni isocronici
I toni isocronici sono toni pulsati, cioè sono interrotti da pause di silenzio equidistanti, che vengono ripetute alla frequenza desiderata. A differenza dei battiti binaurali e dei battiti mononaurali, dove la sovrapposizione delle frequenze crea una pulsazione morbida, nei toni isocronici è l'ampiezza (il volume per così dire) che viene modulata rapidamente, in modo da creare pulsazioni chiaramente distinguibili l'una dall'altra, grazie al chiaro silenzio tra un impulso e l'altro.
Cura della mente e del corpo
Il primo uso clinico noto della sincronizzazione neurale è attribuito allo psicologo francese Pierre Janet. Alla fine del 1800 Janet notò una diminuzione della depressione, della tensione e dell'isteria nei suoi pazienti quando veniva chiesto loro di fissare lo sguardo su un disco rotante con dei fori, dietro il quale era posizionata una lanterna accesa. La luce, attraverso il disco rotante, creava un effetto stroboscopico, responsabile del cambiamento notato nei pazienti. Da Janet in poi ci sono stati una serie di studi sugli effetti degli impulsi ottici, seguiti da esperimenti condotti con altri tipi di impulsi (tattili e sonori) e da una vasta serie di test che confrontavano la stimolazione ritmica con la condizione emotiva del paziente. 'individuo.
Lo sviluppo di metodi per l'sincronizzazione cerebrale iniziò a proliferare dopo l'articolo del biofisico Gerald Oster del 1973. Nel suo articolo Oster descrive l'effetto dei battimenti binaurali (binaural beats) e suggerisce il loro utilizzo negli studi sulla percezione.
La ricerca condotta nel campo della Sincronizzazione Neuronale ha associato le onde cerebrali a tutti i tipi di condizioni emotive e neurologiche. Ogni cambiamento nella nostra percezione si traduce in un cambiamento nelle onde cerebrali. Un'attività eccessiva su alcune bande di frequenza è collegata a stati di depressione, ansia, insonnia, incubi, aggressività, rabbia. Un'attività al di sotto della norma su alcune frequenze cerebrali è collegata a deficit di attenzione, problemi di insonnia, dolore cronico.
La sincronizzazione neurale viene utilizzata per indurre diversi stati di coscienza, tra cui: trance, meditazione, attenzione cognitiva, rilassamento, sonno.
Avvertimento
Sebbene le bande di frequenza (delta, alfa, beta ecc.) siano utili per localizzare l'area di interesse su cui si vuole lavorare, forniscono un quadro piuttosto semplicistico della situazione reale. Il nostro cervello non opera mai a una sola frequenza, ma è piuttosto un intreccio di diverse frequenze che, come una sinfonia, formano il nostro attuale stato di salute psicofisica. Ci sono frequenze predominanti a seconda dell'attività svolta e dello stato mentale che si ha in un dato momento, ma c'è sempre la presenza di più frequenze che operano contemporaneamente. Quindi si può, ad esempio, essere nella fase REM del sonno e avere frequenze alfa attive, seppur in misura minima rispetto alle frequenze theta.
Andare a lavorare sulle onde cerebrali è per molti una scorciatoia per accedere ad alcuni stati di coscienza altrimenti difficili da raggiungere senza una lunga disciplina, come lo yoga o la meditazione. Anche per questo motivo la sincronizzazione neurale sta diventando sempre più nota.
Ovviamente, un lavoro di questo tipo presenta anche dei rischi. Ad esempio, nel 1997 una televisione giapponese trasmise un cartone animato che conteneva 5 secondi di luci lampeggianti. L'episodio causò crisi epilettiche in centinaia di bambini che stavano guardando il cartone animato (secondo un'indagine nazionale almeno 618 bambini hanno sofferto di convulsioni e vomito dopo aver visto il cartone animato). Se un individuo affetto da epilessia viene esposto a uno stimolo con la stessa frequenza di quello sperimentato durante gli attacchi, avrà una crisi epilettica. Ogni persona è diversa, con le proprie esigenze e particolarità, il che rende impossibile avere la stessa ricetta o trattamento per tutti.
Chi volesse affidarsi agli strumenti sviluppati dalla scienza per capire se e quale tipo di sincronizzazione neurale è giusta per lui può avvalersi di strumenti di analisi come l'EEG (elettroencefalogramma) e il QEEG (elettroencefalogramma quantitativo). Un altro strumento interessante è un particolare tipo di diagnosi chiamato neurofeedback. Il neurofeedback consiste nel monitoraggio delle alterazioni neurologiche al fine di stimolare la capacità del paziente di autocontrollare volontariamente processi prima considerati involontari.
Strumenti di questo tipo, insieme a tecniche come la sincronizzazione neuronale, fanno parte di una tendenza relativamente recente che va sotto il nome di bio-hacking.
Personalmente trovo stimolante la tendenza a voler "hackerare" il proprio corpo e la propria mente. Questo approccio solleva la questione "chi hackera cosa?", portando la questione a un livello metafisico, dove gli esseri umani cercano di sfuggire ai propri limiti sperimentando.